Dal primo luglio migliaia di imprese trentine (negozi, bar, ristoranti, artigiani) con più di 400.000 euro di fatturato sono chiamate a cambiare la propria cassa per attivare lo scontrino elettronico e non più cartaceo.
Solo per pubblici esercizi e negozi la Confesercenti trentina stima 2.600 aziende interessate, dalle grandi catene della grande distribuzione ai ristoranti.
Ma dalle associazioni degli imprenditori arriva la richiesta di rinviare la scadenza, almeno al primo gennaio 2020 quando l’obbligo dei nuovi registratori di cassa sarà esteso a tutte le imprese, indipendentemente dal fatturato.v
E dalla Dao, che entro fine mese è chiamata alla sostituzione di 450 punti cassa nei negozi aderenti, arriva anche la spiegazione tecnica: i fornitori contattati, a causa della forte richiesta dei nuovi registratori di cassa, non sono in grado di garantirne la consegna entro il primo luglio. E anche da Dao arriva la richiesta di portare a fine anno il termine per aggiornare i punti vendita: «Possiamo aggiornarne la metà entro fine mese» spiega Cristian Baldo.
Arrabbiatissimo è Massimiliano Peterlana, vicepresidente di Confesercenti: «È una grande buggerata – spiega – per questo abbiamo chiesto di spostare tutto a gennaio e chiarisco perché: le piccole e le microimprese hanno bisogno anche di 3-4.000 euro per cambiare e aggiornare la cassa e i sistemi software. E poi non sono le piccole imprese a fare evasione fiscale, ma le grosse imprese.
Con questo nuovo onere, qui oltre a fare sommelier, camiereri e gestire le risorse umane dobbiamo fare anche i contabili. Dopo la fattura elettronica, ora arrivano altre incombenze con un sacco di tempistiche che ci rubano lavoro». Peterlana chiede al governo: «almeno di detassare l’azienda per le ore in più necessarie a seguire i nuovi obblighi. Perché il nostro tempo non deve valere?».
Peterlana aggiunge: «A scanso di equivoci io con la mia struttura sono a posto con gli obblighi, ma dico: il turismo e le microimprese sono l’ossatura dell’economia, che però non vengono mai considerati nei tavoli di lavoro della politica che guarda solo alle prossime elezioni e non ai prossimi 10 anni almeno, come dovrebbe fare».
Sulla stessa lunghezza d’onda Massimo Piffer, presidente dei dettaglianti di Confcommercio trentina: «L’obbligo va spostato a fine anno – sottolinea – stiamo entrando nella stagione turistica e per fare bene le cose serve formare il personale oltre che cambiare i registratori di cassa. Farlo adesso significa intralciare il lavoro in un periodo fondamentale per le nostre imprese. L’evasione? Oggi con la partita Iva sanno tutto quello che facciamo. Più che nuove misure di controllo serve la semplificazione».
Nei giorni scorsi si è ipotizzata a livello nazionale una proroga dei termini per adeguarsi allo scontrino elettronico, ma per ora non sono arrivati provvedimenti ufficiali.
Per quanto riguarda il cliente non cambia nulla: se desidera il documento cartaceo che sostituisce lo scontrino lo può avere, mentre lo scontrino con valore legale viene inviato giornalmente dall’impresa al fisco.
L’obbligo scatta dal primo luglio per le imprese sopra i 400.000 euro di fatturato, poi per tutti i commercianti, artigiani e pubblici esercizi in Italia dal 1° gennaio 2020.
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